Alberto Carlieri (Roma 1672 - post 1720)Rovine e personaggiOlio su tela47 x 37 cmLa coppia di personaggi dagli abiti sgargianti e svolazzanti sono l’elemento che ci permette di fare l’attribuzione al pittore romano. Un dipinto molto simile per l’impostazione del disegno e per la realizzazione è pubblicato nel Volume I del testo Il Capriccio architettonico di Giancarlo Sestrieri, numero 48b a pagina 191.Alberto Carlieri studiò la pittura rovinista con Giuseppe de Marchis. In seguito frequentò Andrea Pozzo, del quale divenne allievo e collaboratore. Da quest’ultimo apprese la ricchezza espositiva caratterizzata dall’architettura e dall’impianto del disegno, con la capacità di ravvivare le composizioni con scene aneddotiche. Dal punto di vista coloristico, sono peculiari sia il gioco di luce tra le architetture sia il contrasto chiaroscurale. Grazie alle ombre contrapposte a colori smaltati delle parti in luce, le sue opere si connotano per la brillante e posata eleganza. L’impostazione frontale delle sue architetture talvolta ricorda i lavori di Viviano Codazzi e Giovanni Ghisolfi, sebbene per Carlieri le rovine siano più una quinta utile per architettare gli spazi e gli effetti luminosi piuttosto che il tema portante della sua pittura. La sua arte e quella di Alessandro Salucci sono inoltre l’incipit per il più grande pittore di architetture e rovine, ovvero Gian Paolo Panini.Alberto Carlieri (Rome 1672 - post 1720)Ruins and charactersOil on canvas47 x 37 cmThe pair of characters with flamboyant and fluttering clothes are the element that allows us to make the attribution to the roman painter. A very similar painting is published in Volume I of the text Il Capriccio architettonico by Giancarlo Sestrieri, number 48b on page 191.