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Antonio Maria Marini (Venezia, 1668 – Venezia, 1725), Autoritratto - olio su tela, [...]

In The Roman house of Giorgio Forattini (Genova)

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Genova
Antonio Maria Marini (Venezia, 1668 – Venezia, 1725), Autoritrattoolio su tela, cm 71x55, La collezione Forattini ci riserva un’accattivante sorpresa dinanzi questo curioso ritratto d’artista. Scopriamo infatti, nei tratti dell’effigiato, l’identità del pittore veneziano Antonio Maria Marini, specializzatosi nella prima metà del Settecento nel genere dei paesaggi e delle battaglie. Marini, scorciato e tagliato a mezzo busto, ci lancia uno sguardo fiero, l’espressione orgogliosa, e quasi consapevole del proprio talento, accennando un sorriso. La pennellata sciolta e fluida, debitrice della grande tradizione veneta da Bernardo Strozzi a Domenico Fetti, si rivela senz’altro un indice di autografia. L’unico autoritratto noto del pittore è stato pubblicato per la prima volta da Maria Silvia Proni (cfr. Proni 1992, p. 49) e si conserva in collezione privata inglese (Yorkshire). Facente bella mostra nella quadreria di Lord Edward Irwin durante il Grand Tour, l’opera è documentata sin dal 1721 nell’inventario della Temple Newsam House di Leeds dove spiccavano anche altri dipinti di Paesaggi, Battaglie e Burrasche di mare, tradizionalmente assegnati al Borgognone e oggi di mano certa del Marini. Fondamentale è stato il rinvenimento di questo nucleo inglese nella difficile impresa di ricostruzione del catalogo del Maestro che, mancando di riferimenti cronologici esatti, si sistema prevalentemente per via induttiva. Difficile dire quale delle due versioni abbia funto da archetipo. Come rilevato anche dalla Proni, che ringraziamo per averci dato conferma dell’attribuzione dopo un’accurata disamina dal vero del dipinto, l’esemplare conosciuto pare più curato nei dettagli, mentre nel nostro inedito domina il segno compendiario (si veda il bel brano dello jabot cremisi) e la tavolozza si risolve in magistrali liquidità di colore. Forse qualche anno in più pesa sull’espressione dell’artista che, poco uso ai ritratti, riesce qui a distinguersi anche in questo genere, desideroso forse di lasciarci un’immagine, lontana dall’ufficialità latente manifesta nel dipinto inglese, più personale e domestica. Bibliografia di riferimento: M. S. Proni, "Antonio Maria Marini. L’opera completa", Napoli 1992.
Antonio Maria Marini (Venezia, 1668 – Venezia, 1725), Autoritrattoolio su tela, cm 71x55, La collezione Forattini ci riserva un’accattivante sorpresa dinanzi questo curioso ritratto d’artista. Scopriamo infatti, nei tratti dell’effigiato, l’identità del pittore veneziano Antonio Maria Marini, specializzatosi nella prima metà del Settecento nel genere dei paesaggi e delle battaglie. Marini, scorciato e tagliato a mezzo busto, ci lancia uno sguardo fiero, l’espressione orgogliosa, e quasi consapevole del proprio talento, accennando un sorriso. La pennellata sciolta e fluida, debitrice della grande tradizione veneta da Bernardo Strozzi a Domenico Fetti, si rivela senz’altro un indice di autografia. L’unico autoritratto noto del pittore è stato pubblicato per la prima volta da Maria Silvia Proni (cfr. Proni 1992, p. 49) e si conserva in collezione privata inglese (Yorkshire). Facente bella mostra nella quadreria di Lord Edward Irwin durante il Grand Tour, l’opera è documentata sin dal 1721 nell’inventario della Temple Newsam House di Leeds dove spiccavano anche altri dipinti di Paesaggi, Battaglie e Burrasche di mare, tradizionalmente assegnati al Borgognone e oggi di mano certa del Marini. Fondamentale è stato il rinvenimento di questo nucleo inglese nella difficile impresa di ricostruzione del catalogo del Maestro che, mancando di riferimenti cronologici esatti, si sistema prevalentemente per via induttiva. Difficile dire quale delle due versioni abbia funto da archetipo. Come rilevato anche dalla Proni, che ringraziamo per averci dato conferma dell’attribuzione dopo un’accurata disamina dal vero del dipinto, l’esemplare conosciuto pare più curato nei dettagli, mentre nel nostro inedito domina il segno compendiario (si veda il bel brano dello jabot cremisi) e la tavolozza si risolve in magistrali liquidità di colore. Forse qualche anno in più pesa sull’espressione dell’artista che, poco uso ai ritratti, riesce qui a distinguersi anche in questo genere, desideroso forse di lasciarci un’immagine, lontana dall’ufficialità latente manifesta nel dipinto inglese, più personale e domestica. Bibliografia di riferimento: M. S. Proni, "Antonio Maria Marini. L’opera completa", Napoli 1992.

The Roman house of Giorgio Forattini (Genova)

Auktionsdatum
Ort der Versteigerung
Mura di S. Bartolomeo
16
Genova
16122
Italy

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Frais de vente : 25%TTC + 3% HT en cas d'adjudication Live Pour tout renseignement, veuillez contacter la Maison de Ventes au 0039 (0) 108395029 ou à info@cambiaste.com

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