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Un affascinante e raro busto di Redentore Deruta, datato 1551 , - Maiolica. Altezza [...]

In Majolica and Porcelain (Genova)

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Genova
Un affascinante e raro busto di Redentore Deruta, datato 1551 , Maiolica. Altezza cm 13,5; lungh. base cm 14,5. Ottimo stato di conservazione; minime scrostature Provenienza: già coll. John Scott-Taggart Si tratta di una piccola plastica, realizzata a tutto tondo, che per le misure ridotte poteva essere da tavolo o comunque destinata ad una devozione domestica. L’iconografia è quella canonica di un giovane uomo con baffi, corta barba e capelli scesi sulle spalle; è inoltre vestito di una tunica a scollo quadrato e di un manto che gli copre la spalla sinistra. Sulla parte superiore della nuca è visibile un foro, praticato originariamente come sede del perno nel quale veniva infitta un’aureola, solitamente a disco e realizzata in metallo. All’interno del cavo, quasi a margine della base, è tracciata la data “1551” in blu Siamo di fronte ad un’opera di assoluta rarità, in quanto la piccola plastica maiolicata è di per sé genere praticato eccezionalmente nell’ambito dell’attività dei vasai, oltretutto da considerarsi vero unicum per non essere stata totalmente ricavata da stampo, ma in gran parte modellata direttamente a colpi di stecca Altro dato che accresce il valore di questa composizione è la presenza della data, elemento ancor più prezioso nella piccola plastica maiolicata italiana, quasi sempre sprovvista di precisi riferimenti cronologici Da un punto di vista artistico questo busto nasce da auliche matrici culturali della piccola scultura rinascimentale, particolarmente quella toscana, a partire, ad esempio, dalle realizzazioni fiorentine della bottega del Verrocchio, in terracotta policroma Queste matrici toscane via via furono replicate in forme di gusto sempre più popolareggiante, con vivace policromia a freddo. Da queste dunque, nel corso del ‘500, derivano quelle in maiolica, in cui eccellono centri toscani (Monte San Savino) e marchigiani (area pesarese), ma soprattutto Deruta, fino alla metà del secolo e oltre Deruta infatti è uno dei centri italiani che offre una notevole tradizione plastica, sia a basso rilievo sia a tutto tondo. Per esempio, un San Rocco del British Museum, attribuito a Deruta intorno al 1520-801, porge un bel confronto con la testa del nostro Redentore: evidenti affinità si colgono nei tratti fisionomici, profilo compreso, nel contorno marcato degli occhi, nel modo di modellare e distribuire le ciocche dei capelli, scese alle spalle e dipinte con la stessa policromia in bruno ocra rossiccia Ma ancora più interessante si mostra nella produzione di Deruta la tradizione dei piccoli busti, sempre di dimensioni ridotte, che si rafforza proprio attorno alla data del nostro Redentore, cioè alla metà del ‘500. Lo possiamo confermare, ad esempio, attraverso gli esempi, ascrivibili anch’essi a Deruta, del Museo di Faenza, con una donna velata, e del Museo di Arezzo, con un busto proprio del Redentore2, le cui caratteristiche li avvicinano a quelli descritti da Luigi Frati nel catalogo della prestigiosa raccolta Delsette di Bologna, pubblicato nel 18443 Ma ancora più stringente si mostra il confronto con una coppia di busti, raffiguranti rispettivamente “Tito” e “Giulio Cesare”, della collezione Bruschi di Arezzo4. Stessi elementi stilistici, quali il modellato del naso (specie quello di Tito), la profilatura marcata degli occhi, le sopracciglia delineate con una sequenza di trattini, le ciocche dei capelli in bruno rossiccio, la fattura dei baffi con estremità arricciate all’insù, ed altresì l’impiego di una velatura a mezza tinta giallastra nell’incarnato, tanto da ipotizzare che, unitamente al nostro Redentore, siano usciti dalla stessa bottega derutese NOTE 1THORNTON- WILSON 2009, scheda n. 294, pp. 484-486. 2FUCHS 1993, scheda 323, pp. 94 e 270 3FRATI 1844, nn. 462- 463, p. 65.Lo studioso bolognese descrive “Due busti alti cm 19”, uno dei quali raffigurante il Redentore 4Omaggio a Deruta 1986, figg. 40 e 41, p. 60 BIBLIOGRAFIA 1844 FRATI L., Di un’insigne raccolta di maioliche dipinte delle fabbriche di Pesaro e della provincia metaurense, Bologna 1844 1986 Omaggio a Deruta, Catalogo della mostra di Monte San Savino (Arezzo), 24 maggio- 22 giugno 1986, a cura di AA. VV., Firenze 1986 1993 FUCHS C. D., Maioliche istoriate rinascimentali del Museo Statale d’Arte medievale e moderna di Arezzo, Firenze 1993 2009 THORNTON D.- WILSON T., Italian Renaissance Ceramics, A catalogue of the British Museum, London 2009
Un affascinante e raro busto di Redentore Deruta, datato 1551 , Maiolica. Altezza cm 13,5; lungh. base cm 14,5. Ottimo stato di conservazione; minime scrostature Provenienza: già coll. John Scott-Taggart Si tratta di una piccola plastica, realizzata a tutto tondo, che per le misure ridotte poteva essere da tavolo o comunque destinata ad una devozione domestica. L’iconografia è quella canonica di un giovane uomo con baffi, corta barba e capelli scesi sulle spalle; è inoltre vestito di una tunica a scollo quadrato e di un manto che gli copre la spalla sinistra. Sulla parte superiore della nuca è visibile un foro, praticato originariamente come sede del perno nel quale veniva infitta un’aureola, solitamente a disco e realizzata in metallo. All’interno del cavo, quasi a margine della base, è tracciata la data “1551” in blu Siamo di fronte ad un’opera di assoluta rarità, in quanto la piccola plastica maiolicata è di per sé genere praticato eccezionalmente nell’ambito dell’attività dei vasai, oltretutto da considerarsi vero unicum per non essere stata totalmente ricavata da stampo, ma in gran parte modellata direttamente a colpi di stecca Altro dato che accresce il valore di questa composizione è la presenza della data, elemento ancor più prezioso nella piccola plastica maiolicata italiana, quasi sempre sprovvista di precisi riferimenti cronologici Da un punto di vista artistico questo busto nasce da auliche matrici culturali della piccola scultura rinascimentale, particolarmente quella toscana, a partire, ad esempio, dalle realizzazioni fiorentine della bottega del Verrocchio, in terracotta policroma Queste matrici toscane via via furono replicate in forme di gusto sempre più popolareggiante, con vivace policromia a freddo. Da queste dunque, nel corso del ‘500, derivano quelle in maiolica, in cui eccellono centri toscani (Monte San Savino) e marchigiani (area pesarese), ma soprattutto Deruta, fino alla metà del secolo e oltre Deruta infatti è uno dei centri italiani che offre una notevole tradizione plastica, sia a basso rilievo sia a tutto tondo. Per esempio, un San Rocco del British Museum, attribuito a Deruta intorno al 1520-801, porge un bel confronto con la testa del nostro Redentore: evidenti affinità si colgono nei tratti fisionomici, profilo compreso, nel contorno marcato degli occhi, nel modo di modellare e distribuire le ciocche dei capelli, scese alle spalle e dipinte con la stessa policromia in bruno ocra rossiccia Ma ancora più interessante si mostra nella produzione di Deruta la tradizione dei piccoli busti, sempre di dimensioni ridotte, che si rafforza proprio attorno alla data del nostro Redentore, cioè alla metà del ‘500. Lo possiamo confermare, ad esempio, attraverso gli esempi, ascrivibili anch’essi a Deruta, del Museo di Faenza, con una donna velata, e del Museo di Arezzo, con un busto proprio del Redentore2, le cui caratteristiche li avvicinano a quelli descritti da Luigi Frati nel catalogo della prestigiosa raccolta Delsette di Bologna, pubblicato nel 18443 Ma ancora più stringente si mostra il confronto con una coppia di busti, raffiguranti rispettivamente “Tito” e “Giulio Cesare”, della collezione Bruschi di Arezzo4. Stessi elementi stilistici, quali il modellato del naso (specie quello di Tito), la profilatura marcata degli occhi, le sopracciglia delineate con una sequenza di trattini, le ciocche dei capelli in bruno rossiccio, la fattura dei baffi con estremità arricciate all’insù, ed altresì l’impiego di una velatura a mezza tinta giallastra nell’incarnato, tanto da ipotizzare che, unitamente al nostro Redentore, siano usciti dalla stessa bottega derutese NOTE 1THORNTON- WILSON 2009, scheda n. 294, pp. 484-486. 2FUCHS 1993, scheda 323, pp. 94 e 270 3FRATI 1844, nn. 462- 463, p. 65.Lo studioso bolognese descrive “Due busti alti cm 19”, uno dei quali raffigurante il Redentore 4Omaggio a Deruta 1986, figg. 40 e 41, p. 60 BIBLIOGRAFIA 1844 FRATI L., Di un’insigne raccolta di maioliche dipinte delle fabbriche di Pesaro e della provincia metaurense, Bologna 1844 1986 Omaggio a Deruta, Catalogo della mostra di Monte San Savino (Arezzo), 24 maggio- 22 giugno 1986, a cura di AA. VV., Firenze 1986 1993 FUCHS C. D., Maioliche istoriate rinascimentali del Museo Statale d’Arte medievale e moderna di Arezzo, Firenze 1993 2009 THORNTON D.- WILSON T., Italian Renaissance Ceramics, A catalogue of the British Museum, London 2009

Majolica and Porcelain (Genova)

Auktionsdatum
Ort der Versteigerung
Mura di S. Bartolomeo
16
Genova
16122
Italy

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